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Frammenti di ricordi

MARIA
“Io mi vedo bella”
Ha avuto una sola figlia: Carla. Durante la guerra erano 𝗽𝗿𝗼𝘁𝗲𝘁𝘁𝗶 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗵é 𝘀𝘁𝗮𝘃𝗮𝗻𝗼 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗮 𝗺𝗼𝗻𝘁𝗮𝗴𝗻𝗮 e c’era sempre fango per via del fiume in piena- aveva nove fratelli 5maschi e 4femmine. Anche
d’estate il fango era tanto quindi non arrivavano i militari. Han comprato un casolare dopo essere
andati via dalla montagna. Non sapevano nulla di quel che era successo negli anni della guerra.
Dopo la scuola lavorava in campagna nel suo podere a Spezzano. In seguito ha lavorato dal conte Albertis dove puliva per lui, dormiva lì, alla domenica però tornava a casa
anche se il conte non voleva perché era brava e non voleva fare a meno di lei. Alla fine però la lasciava andare. Ha lavorato lì per 5 anni.
Da piccola faceva le 𝗯𝗮𝗺𝗯𝗼𝗹𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗹𝗲 𝗽𝗲𝘇𝘇𝗲 𝗲 𝗴𝗹𝗶 𝘀𝘁𝗿𝗮𝗰𝗰𝗶. La contessa le regalava sempre i
vestitini anche se lei avrebbe preferito bambole o le scarpe. Ha smesso di andare a scuola per
aiutare a casa. Nonostante tutto erano contenti non hanno mai litigato, son sempre stati grandi
lavoratori.
NORMA
“𝗜 𝘁𝗲𝗱𝗲𝘀𝗰𝗵𝗶 𝗲𝗿𝗮𝗻𝗼 𝘃𝗶𝗹𝗹𝗮𝗻𝗶, io avevo dieci anni e mi torturavano"
Ha vissuto la sua gioventu durante la 2° guerra mondiale.
Si ricorda che una volta cadde un aereo nel loro cortile e il pilota, che era americano, si salvò ma vennero i tedeschi a prenderlo. Lei aveva otto anni e 𝗮𝘃𝗲𝘃𝗮 𝗽𝗮𝘂𝗿𝗮, una persona rimase ferita perché dopo che cadde l'aereo le bombe continuavano ad esplodere. Non c’era la sirena antibomba, quando sentivano gli aerei andavano a 𝗿𝗶𝗳𝘂𝗴𝗶𝗮𝗿𝘀𝗶 𝗶𝗻 𝘂𝗻𝗮 𝗯𝘂𝗰𝗮 nella terra che aveva fatto il padre grazie alla quale si sono salvati “non c’era mica da andare a giocare”
Gli americani la chiamavano snooky. Il maresciallo e il sergente le avevano rubato la camera da letto “ma non erano cattivi, loro si comportavano come la guerra”. Un giorno arrivarono i tedeschi con un camion e rubarono tutte le oche della mamma, ne aveva 20, lei gli corse dietro urlando in dialetto allora loro gliene lanciarono una e lei tornò a casa con l’oca in braccio. “I tedeschi erano villani, 𝗶𝗼 𝗮𝘃𝗲𝘃𝗼 𝗱𝗶𝗲𝗰𝗶 𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗲 𝗺𝗶 𝘁𝗼𝗿𝘁𝘂𝗿𝗮𝘃𝗮𝗻𝗼, mi facevano delle cose che è meglio non parlare”.
Era figlia unica e abitava con il cugino 3anni più piccolo. Lavorava come operaia di Parmeggiani.
Ha avuto due figli: un maschio e una femmina: Dilva, nome da lei inventato che quand’era piccola aveva dato ad una principessa di un romanzo di cui si era innamorata. Il romanzo “Principessa senza nome” era uscito sul giornale 'Grand Hotel'.
Ha due nipotini maschi. La figlia alle medie è andata in collegio perché lei lavorava e il marito era camionista ma tutte le domeniche andavano a trovarla. Dilva era bravissima, ora è in pensione “ Io sono contenta di mia figlia”.
Lei è ORIELLA
Nata a Campobasso, Nonantola. Ha adottato due bambini di 4-6anni. Ha vissuto 𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗴𝗲𝗻𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶 dagli 8 anni. Aveva giurato alla nuora che avrebbe tenuto i figli, ora la chiamano mamma anche se lei non voleva. Ha studiato fino alla 3° elementare. Il padre era sempre via ubriaco e picchiava la mamma, lei si chiamava Maria Salvioli e il babbo Rodolfo Cavicchioli. Per giocare
da piccola vestiva le bambole con vestiti di 𝗽𝗲𝗹𝗹𝗶𝗰𝗰𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗰𝗼𝗻𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼 che facevano loro. Gli zii erano andati tutti a lavorare in Germania. Aveva 4 fratelli ma Agile durante la guerra 𝗹’𝗵𝗮𝗻 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗼 𝗶 𝘁𝗲𝗱𝗲𝘀𝗰𝗵𝗶, gli han fatto fare il giro della casa con una scusa e lì lo hanno ucciso perché era partigiano. La mattina alle 5 a casa sua arrivavano sempre i partigiani per mangiare.
ELVIRA
Ha 3 figli 2 maschi e una femmina: Giuseppe Sergio e Maria Costanza. Quando è nato il primo lei aveva 19 anni. Maria Costanza è nata 15 anni dopo il secondo figlio, vive a Bologna ora dove è sposata e ha un figlio. Ogni domenica va da un figlio diverso a pranzo. Ha 4 nipoti.
Da piccola faceva sempre 3km a piedi fino a scuola dove è andata fino alla 5° elementare. La sua maestra, la Sig.a Tassoni, era cattivissima. Prima di andare a scuola si svegliava presto perché aiutava la mamma a casa, così ha imparato a cucinare.
La domenica andavano a messa con la mamma, che si chiamava Anna, e il padre che si chiamava Guerrino. Quando aveva 14-15 anni andava alle feste di carnevale con il fratello e la domenica, invece che andare in chiesa, 𝙨𝙘𝙖𝙥𝙥𝙖𝙫𝙖𝙣𝙤 𝙥𝙚𝙧 𝙖𝙣𝙙𝙖𝙧𝙚 𝙖 𝙗𝙖𝙡𝙡𝙖𝙧𝙚 insieme ad una sua amica che ha sposato il fratello di suo marito, si ballava fuori e le donne non pagavano l’ingresso. Lei Ofelia Aldo e Mario uscivano sempre assieme, il pomeriggio andavano a ballare dove si son conosciuti. Invece a carnevale organizzavano le feste nelle case in campagna nelle stalle.
𝘿𝙪𝙧𝙖𝙣𝙩𝙚 𝙡𝙖 𝙜𝙪𝙚𝙧𝙧𝙖 facevano tanti buchi in terra dove nascondevano le scorte di cibo ma quando sono arrivati i tedeschi han messo tutti i cavalli sopra il nascondiglio e si è rovinato tutto. Occuparono tutto il campo della loro campagna e dormivano su della paglia posta all’ingresso della casa.
Elvira era rimasta incinta prima di sposarsi e aveva paura di dirlo al padre. Un po’ si vedeva la pancia al matrimonio ma la sarta le ha cucito un vestito perché non si vedesse.
Dopo essersi sposata ogni agosto andava in montagna dove prendeva le patate del posto perché erano le più buone.
Il marito faceva il piastrellista poi ha messo su un negozio che ora tiene suo figlio insieme al nipote che ha 30anni ed è sposato.
La figlia femmina è nata 15 anni dopo.
Ha passto il 50° anniversario di matrimonio a Venezia con il marito, 𝙣𝙤𝙣 𝙖𝙫𝙚𝙫𝙖 𝙢𝙖𝙞 𝙫𝙞𝙨𝙩𝙤 𝙞𝙡 𝙢𝙖𝙧𝙚.
Progetto realizzato nel 2016 a Castelfranco in un centro diurno per malati di Alzheimer, formavamo gruppi in cui dovevano raccontarsi e parlare tra loro, in seguito ho realizzato i ritratti e ho chiesto a chi voleva di portare un oggetto che lo rappresentasse. 
Alcuni avevano ancora molti ricordi e le foto sono accompagnate dai testi trascritti dei loro racconti frammentati, la memoria di altri era molto deteriorata e purtroppo non sono riusciti a raccontare nulla. L'elemento centrale per tutti è l'infanzia che spesso è segnata dalla guerra.
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