L’architettura è sempre stata (anche) lo specchio del potere di cui ha indicato, nobilitandoli, il gusto e lo stile. Così nel passato mura, torri, castelli, cattedrali hanno caratterizzato il paesaggio con un’enfasi che ci ha regalato magnifici capolavori la cui bellezza possiamo ancora ammirare. Più sobria, la borghesia si è a lungo identificata con l’architettura civile ma quando poi ha pensato per sé a qualcosa di magnificente, ha deciso di osare. I grattacieli sono la realizzazione concreta di questo sogno perché nell’audacia della costruzione conservano l’immenso orgoglio di chi ha deciso di sfidare il cielo. Questa è la ragione per cui i fotografi, quando hanno deciso di riprenderli, lo hanno sempre fatto con inquadrature dall’alto (in genere da un vicino a altrettanto imponente edificio) o, più comunemente, dal basso come a voler accompagnare lo sguardo ammirato di ogni osservatore. Michela Bernasconi ha invece proposto, in questo suo recente lavoro, un originale e più personale punto di vista già a partire dalla scelta del formato orizzontale panoramico al cui interno gli edifici acquistano un forte dinamismo. Lo sguardo della fotografa si posa sulla città per sottolineare i segni della sua forte contemporaneità ma, al contrario di quanto era accaduto ai nostri predecessori che rimanevano incantati di fronte alla maestosità delle architetture più temerarie, le indaga come occasione per una ricerca sugli spazi, sui volumi, sui cromatismi. Accostare e parzialmente sovrapposte fino a creare dei panorami visionari, queste fotografie non sono asettiche e levigate come le vetrate dei grattacieli ma volutamente “sporcate” dalle luci di cieli minacciosi, attraversate da linee, graffi, intersecazioni che alludono a una realtà con cui è inevitabile confrontarsi. Talvolta le atmosfere sono caratterizzate dall’azzurro in tutte le sue sfumature metalliche, in altri casi la tonalità dominante è quella del bruno, ma più spesso l’attenzione di Michela Bernasconi si concentra sui volumi.  L’imponente intreccio metallico di Fieramilanocity trasmette una sottile inquietudine mentre la copertura curvilinea della piazza centrale del Palazzo Lombardia dà un senso di protezione. Sullo sfondo di un cielo inquieto si stagliano le linee purissime del grattacielo Pirelli che nel moltiplicarsi allude alla sua vitalità mentre dentro quelle squadrate della Torre Galfa sembrano risuonare i rumori sordi dello stato di abbandono in cui versa. Del grattacielo Breda la fotografa coglie la compostezza, della nuova sede della RCS il geometrismo ma di fronte allo stadio Meazza o alla Torre Velasca preferisce il gioco della trasfigurazione. Così il primo è visto come un edificio futurista con le coperture del tetto che paiono in rotazione, l’altra viene reinterpretata come fosse orizzontale in un intreccio di stanti e supporti che somigliano a quelli di un’astronave. L’obiettivo di Michela Bernasconi si allunga sulla città del futuro: coglie all’orizzonte volumi ancora abbozzati di giganti informi circondati da esili gru che sembrano accudirli ma anche scrutarli curiose. Che panorama caratterizzerà la nuova Metropolis, sembrano chiedersi, sarà una città luccicante di modernità o corazzata di sola esteriorità? Già, chissà. 
Roberto Mutti
Metropolis
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Metropolis

Metropolis is a project on the architecture of Milan. A survey of existing buildings and the new construction sites.

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