Visiting Columbia è un progetto fotografico, un “autoritratto urbano”, incentrato sulla rappresentazione intima di una città (Columbia, Carolina del Sud, Stati Uniti), e realizzato interamente attraverso i finestrini di un’auto, in giorni diversi, in condizioni atmosferiche diverse. Non ci sono dettagli che permettono il riconoscimento del luogo, potremmo essere ovunque. Questo perché l’intenzione non è semplicemente legata alla rappresentazione della realtà ma soprattutto all’utilizzo della città per riprodurre sensazioni, sentimenti, stati d’animo. Per approfondire una ricerca personale sulla fotografia intimista, sull’idea che ogni scatto sia un autoritratto.
Vagando per Columbia con una macchina in prestito, come un turista, come un senzatetto, come un fotografo, cercando di osservare e capire meglio me stessa. L’auto come mondo noto, come rifugio, ma anche barriera, nell’esplorazione di un nuovo luogo. Così la realtà si adatta all’immaginazione, perde definizione, i contorni si confondono, diventano vaghi: diventa mezzo per raccontare, non soggetto della narrazione.
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For this work, Visiting Columbia, I have wandered the city in my boyfriend’s car, like a tourist, like an homeless, trying to understand more about Columbia and about myself. Sometimes trying to express my loneliness, being far from friends and family, sometimes my faith in the future.
Reality lost its definition, its silhouette become nebulous: it has become means of telling, not the subject of telling. I used everything captured my attention during my wandering like houses, trees, roadsigns, but also unique light conditions: street lamps light, sunset rays, headlights.
This series is a sort of “urban self-portrait”, entirely realized through the car windows, during different days and different weather conditions (there was also snow!) in this month and half that I have spent here.
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