Questa tesi è iniziata attraverso la curiosità per alcuni progetti ritenuti da me
particolarmente interessanti. Successivamente mi sono chiesta quali fossero le
motivazioni e le esigenze per determinate forme che sono diventate la normalità per
l’uomo occidentale. Da lì è nata la voglia di andare alle origini della loro storia e di
ripercorrerne i tratti più salienti fino al giorno d’oggi. Questa breve storia delle posate,
non ha la pretesa di esaurire un argomento tanto vasto e complesso, ma si pone come
obiettivo quello di evidenziare le linee base della sua evoluzione. E’ stato un compito non
facile e inattuabile in tempi brevi, poichè finora in Italia sono stati pubblicati pochi libri
che si occupino delle posate e nessuno che tratti l’argomento a 360 gradi. Il mio intento è
quindi quello di fornire una trattazione il più completa possibile su questo tema.
La mia tesi ha inizio con l’introduzione e contestualizzazione all’argomento con una
differenziazione dei componenti presi in considerazione dal punto di vista tipologico.
A seguito di ciò si ha l’evoluzione storica dalle origini alla fine del XX secolo, per poi
concludere con delle schede con l’analisi critica dell’iter progettuale e del processo di
produzione di set di posate del XX e del XXI secolo.
Essendo una tesi di ricerca e non di progetto, non sono arrivata dei risultati, ma a delle
conclusioni in in seguito ad alcune considerazioni.
Il più complesso e quello che ha più destato curiosità fra i tre elementi principali
è la forchetta. Infatti la maggior parte delle opere sull’argomento si è dedicata alla
sua trattazione. Quello che emerge è che la forchetta è un aspetto del processo di
civilizzazione degli individui che comincia prima con lo stare seduti e non più sdraiati,
con il piatto per ogni commensale, poi con il coltello e il bicchiere. La tavola è il primo
lusso dopo un millennio di fame e miseria. Non si tratta più di nutrirsi comunque, ma di
saper mangiare, di trasformare la necessità in un piacere.
Durante la storia delle posate si assistono a continui cambiamenti nell’evoluzione della
civiltà conviviale, esse prima di affermarsi completamente nel gusto quotidiano devono
percorrere un cammino molto lungo. Si lascia spazio a nuove esigenze, alla raffinatezza
e anche lo stare a tavola diventa sempre più complicato. Si assiste alla differenziazione
delle tre posate a seconda delle funzioni che devono svolgere, spesso dettate dall’arrivo di
nuove abitudini e cibi. In seguito subisce nuovi cambiamenti anche l’etichetta e il “buon
comportamento” diventa sempre più un autentico problema. Subiscono variazioni i
metodi di produzione e di decorazione e il fine diventa sempre più quello di realizzare
un gran numero di esemplari a basso costo utilizzando procedure all’avanguardia.
Ciò che sorprende è che l’uso di questi strumenti è diventato talmente necessario da
diventare un fatto naturale. Così naturale, da sembrare banale.
 

Gianguido Sambonet:
“Il 1700 è il secolo che definisce la posata nelle sue forme. Cucchiaio, forchetta e coltello
con la prima metà del Settecento sono uguali a quelli che noi usiamo oggi [...] La
funzionalità è già definita; successivamente è solo un problema di decorazione”.