RISCRITTURA DELLA QUINTA NOVELLA DELLA QUARTA GIORNATA 
DEL DECAMERON

di Veronica Tallarico


12 aprile 1348
Caro diario,

A inizio settimana i miei fratelli hanno preso a lavorare nella loro bottega Lorenzo, un giovane di Pisa, insieme a loro si occuperà dei nostri affari!
Lorenzo é un giovane di bell’aspetto con i capelli ricci e dai modi molto affascinanti, sembra esser molto solare.
Da quando é arrivato i miei fratelli lo hanno accolto come una persona di famiglia, spesso li sento ridere e divertirsi insieme.
La tua Lisabetta.
18 aprile 1348
Caro diario,

Scrivo queste poche righe per esprimere ció che provo.
Ogni giorno che passa mi accorgo di quanto la presenza di Lorenzo in questa casa abbia cambiato la mia esistenza!
Da quando é arrivato tutte le ragazze del vicinato cercano di passare del tempo con lui!
Se solo Lorenzo fosse di buon ceto potrei mostrargli anche io i miei sentimenti!
La tua Lisabetta.
25 aprile 1348
Caro diario,

Finalmente qualche notte fa sono riuscita a rivelare il mio amore a Lorenzo che sembra ricambiare i miei sentimenti.
Da quel momento ogni sera ci vediamo cercando di non farci sentire dai miei fratelli.
Sera dopo sera, siamo sempre più vicini e il nostro rapporto comincia ad essere sempre più affiatato!
La tua Lisabetta.

30 aprile 1348

Caro diario,

Come di consueto ogni sera quando le candele in casa vengono spente mi dirigo in punta di piedi verso la camera del mio amato.
I nostri incontri sono sempre più intensi e avvolti dalla passione.
La tua Lisabetta.
5 maggio 1348
Caro diario,

È mattina e ti scrivo perchè sono sola in casa.
I miei fratelli sono andati con Lorenzo fuori città per affari e per spassarsela.
Attendo con tutto il mio amore e la mia impazienza il suo ritorno questa sera.
Tua Lisabetta.
5 maggio 1348
Caro diario,

È sera, i miei fratelli hanno fatto ritorno a casa, ma Lorenzo si è dovuto intrattenere fuori città per portare a termine alcuni affari di famiglia.
Spero torni presto.
La tua Lisabetta.
15 maggio 1348
Caro diario,

passano i giorni, ma di Lorenzo ancora nessuna traccia.
L’attesa si fa sempre più snervante e la nostalgia di lui sempre più forte.
Ogni giorno provo a domandare ai miei fratelli perchè Lorenzo si stia intrattenendo così a lungo, ma non ho mai ricevuto risposta fino ad oggi, quando di fronte alla stessa domanda mio fratello mi risponde: “Ma si può sapere perché continui a chiedere di Lorenzo? Ti importa così tanto di lui? Se non la finisci con questo interrogatorio, ti rispondiamo noi per le rime”.
Ooh caro diario, che non gli sia successo qualcosa?
Passerà un’altra notte, mentre mi struggerò nell’ attesa e nell’angoscia di sapere che stia bene.
Tua Lisabetta.
18 maggio 1348
Caro diario,

ormai sono sola con il mio dolore e le mie domande. I brutti presentimenti si fanno sempre più forti.
Mentre prima attendevo la notte per uscire e passare del tempo con il mio amato, oggi attendo che la notte mi porti consiglio.
Ma la notte è lunga e il dolore e la tristezza si fanno sempre più spazio nel mio animo.
Le lacrime mi rigano il volto e i singhiozzi scuotono il mio petto mentre prego ritorni da me.
La tua Lisabetta.
20 maggio 1348
Caro diario,

Questa notte dopo aver pianto sono scivolata quasi senza accorgermene nel sonno e mi è apparso Lorenzo, pallido, stravolto e con i vestiti strappati e fradici, che mi diceva: “Oh, Lisabetta, tu non fai altro che chiamarmi e soffrire per la mia lunga assenza, ma io non merito le tue parole di biasimo. Io non posso più tornare da te, perché i tuoi fratelli mi hanno ucciso quello stesso giorno che mi hai visto per l’ultima volta.”
Mi ha disegnato una mappa del punto in cui lo hanno seppellito e mi ha supplicato di non chiamarlo e di non aspettarlo più.
Poi, è scomparso.
Mi sono svegliata di soprassalto, sconvolta e in un fiume di lacrime.
Credo ciecamente ha ciò che ho visto in sogno e devo escogitare un piano per raggiungere il luogo indicatomi da Lorenzo in sogno.
La tua Lisabetta.
21 maggio 1348
Caro diario,

Stamani non ho avuto il coraggio di affrontare i miei fratelli, ma ho preso coraggio e ho chiesto loro di poter andare con la mia vecchia tata nel luogo della visione.
Ci precipitammo sul posto.
Le sensazioni negative si facevano sempre più spazio in me.
Ormai però ero in gioco. Guardavo la mia vecchia tata: il suo sguardo era serio, freddo e forse anche un po’ preoccupato. La guardavo e mi chiedevo cosa sarebbe successo di lì a poco.
Il luogo ci è apparso da subito isolato e tetro, mi chinai cominciando a toglier via le foglie morte e dove il terreno mi sembrava meno duro cominciai con tutta la forza che avevo in corpo a scavare.
Avevo da poco cominciato a toglier la terra quando mi apparve il cadavere del mio amato Lorenzo.
Il mio cuore era straziato di dolore ma appena mi accorsi che non c’era tempo per portar via tutto il corpo e dargli una degna sepoltura, presi coraggio, afferrai il coltello che avevo portato con me e feci ciò che non avrei mai pensato di fare in vita mia: tagliai via la testa dal corpo come meglio potevo. L’avvolsi tutta tremante in un asciugamano e la misi sul grembo della mia vecchia domestica.
Feci del mio meglio per ricoprire il resto del corpo e poi tornammo furtivamente a casa.
Dopo aver pianto e riempito la testa del mio amato di baci, presi un vaso di terracotta, ci misi dentro la testa di Lorenzo avvolta nella seta e ho riempito il vaso con della terra, poi per non destare sospetti ho piantai parecchi germogli di basilico salernitano.
La tua Lisabetta.
30 maggio 1348
Caro diario,

il mio cuore è sempre più straziato; l’unica consolazione è poter prendermi cura del vaso e poter piangere la mancanza del mio amato.
La tua Lisabetta.
10 giugno 1348
Caro diario,

Il mio amato vaso è scomparso, l’ho cercato ovunque inutilmente, così presa da un raptus di rabbia sono andata a chiedere ai miei fratelli di restituirmelo, ma è stato tutto inutile.
L’unica mia consolazione era potermi prendere cura del mio vaso, adesso credo impazzirò di dolore.
La tua Lisabetta.
15 giugno 1348
Caro diario,

probabilmente questa sarà l’ultima volta che ti scrivo. Il mio cuore è sempre più debole per via del dolore e della disperazione che questa situazione mi ha causato.
Le lacrime non fanno che scorrere tutto il giorno sul mio viso.
Non c’è pace per la mia anima.
Ti saluto caro diario, ti ringrazio per aver accolto i miei stati d’animo, ma adesso è giunto il momento di raggiungere colui che mi ha fatto conoscere l’amore.
La tua Lisabetta.
EFFETTI DI VARIAZIONE DELLA RISCRITTURA
Nella riscrittura ho deciso di variare il punto di vista ottenendo come effetto il fatto che dall’inizio alla fine del racconto sappiamo tutto di Elisabetta. Mentre nella novella scritta da Boccaccio  il narratore conosce gli stati interni di tutti i personaggi e sceglie di comunicare solo quelli rilevanti per la narrazione, inoltre qui il narratore descrive oggettivamente i fatti e non interviene direttamente commentando l’accaduto.

Nella mia riscrittura il punto di vista è ancorato al personaggio di Elisabetta e vengono raccontati tutti i suoi stati interni, in questo modo siamo a conoscenza di moltissime informazioni sul personaggio. L’effetto che otteniamo è il riuscire ad immedesimarci completamente in lei: percepiamo l’amore nel momento in cui si avvicina sempre di più a Lorenzo, l’angoscia quando il giovane non ritorna, il coraggio e l’atrocità nel momento in cui si vede costretta a tagliare via la testa per poter piangere l’amato, la disperazione nel momento in cui le portano via anche l’ultimo oggetto che la tiene ancorata al suo innamorato e un po’ di pace nel momento in cui muore e lo raggiunge.
Nella novella originale la narratrice (Filomena), è a conoscenza degli stati interni di tutti i personaggi, non soffermandosi per molto su un unico personaggio, ma ci racconta solo quelli più salienti al fine della narrazione, probabilmente per non rallentare la velocità del racconto.

Infine, ho deciso di raccontare in maniera più dettagliata un solo spazio, il luogo dell’uccisione di Lorenzo. L’effetto che volevo ottenere è stato quello di creare suspense, per farlo ho deciso di usare una domanda implicita, così da permettere al lettore di immedesimarsi con ciò che sta vivendo Elisabetta e di domandarsi cosa sarebbe effettivamente successo di lì a poco.
La novella di Boccaccio, è ambientata in luoghi interni ed esterni, in questo caso la descrizione degli ambienti è molto generica. L’effetto che ottiene Boccaccio è quello di un continuo movimento e contrapposizione tra il “fuori” e il “dentro” che si conclude nell’ultimo livello con la massima dilatazione spaziale.

La narratrice essendo la stessa Elisabetta ha dei vuoti temporali, ciò impatta sulla conoscenza che il lettore ha di ciò che realmente sta accadendo. Quindi l’effetto ottenuto nella mia riscrittura è che noi non sappiamo che i fratelli effettivamente sono stati loro a sottrarre il vaso, Elisabetta può solo supporlo, così come non sappiamo che Lorenzo non è andato veramente fuori città per degli affari.

Inoltre avendo utilizzato la tecnica narrativa del Diario, ho deciso di narrare i fatti seguendo l’ordine cronologico.


COMMENTO CRITICO
Per la riscrittura della novella Elisabetta da Messina ho scelto il genere letterario del diario e ingenuamente sono caduta nel tranello in cui cade lo scrittore alle prime armi: mi sono fatta influenzare da tutti i diari letti quindi il risultato è che ho scritto un diario in cui Elisabetta mostra le sue emozioni più intime, le sue sensazioni e sentimenti.
Sicuramente avrei potuto utilizzare un altro linguaggio e informarmi sui diversi generi di diari, in questo modo sarei venuta a conoscenza dei Libri di ricordanze e avrei potuto rendere così la riscrittura lievemente più consona al linguaggio dell’epoca.

ANALISI

Nel diario, narratore e autore coincidono.
Nel mio caso, ma più in generale nel caso del Diario, il narratore è interno ai fatti narrati ed è autodiegetico (infatti è il protagonista dei fatti narrati), parlerà in prima persona.
Nel caso del Diario (sia per quanto riguarda il diario in generale che la mia riscrittura) abbiamo solo un narratore di primo grado.

Il diario presenta una focalizzazione/punto di vista interno, in quanto il narratore ne sa quanto il personaggio, quindi rappresenta la realtà attraverso i suoi occhi, ovvero il punto di vista di quel personaggio. Nel caso del genere letterario in questione la focalizzazione è fissa, dal momento che tutto il racconto è orientato dal punto di vista di un solo personaggio.

Essendo di fronte ad un punto di vista interno  con focalizzazione fissa, soprattutto per quanto riguarda i Diari, il rischio è quello di incorrere nell’ “Unrelieable narrator” (in italiano “La tecnica del narratore inaffidabile”) perchè il personaggio che poi è anche il narratore può essere in errore su qualcosa e convincere a sua volta il lettore del suo errore.
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