Federico Bracaglia's profile

This project is mine and yours too

This project  
is gender neutral
is anti-war policy     
is emphasis on emancipation             
is freedom of choice, thought, word 
is casual and free sexuality
is violation of social norms
is personal affirmation
is mine and yours too
is uninhibited
is an unorthodox provocation.
Il progetto in collaborazione con Clerici Tessuto nasce dall’idea di creare una congiunzione tra le due decadi prese in analisi, gli anni '20 e gli anni '80. 
In principio ho cercato di allontanarmi dalla mia comfort zone legata alle influenze di Paul Poiret, l’Orientalismo, Mariano Fortuny y Madrazo, individuando l’abbigliamento democratico, moderno come un inedito stimolo. Come approccio iniziale, non ho potuto non citare la rivoluzionaria del mondo della moda e considerata tra le prime stiliste a vestire la donna moderna, Coco Chanel. La sua estetica era infatti votata alla comodità e all’essenzialità in sintonia con i bisogni e i desideri delle donne. Riuscì a trasformare abiti sportivi maschili in eleganti indumenti femminili da giorno; usando stoffe di origine britannica come il tweed e lane scozzesi in tonalità tenui. Nel 1926, Chanel introdusse il suo iconico tubino nero, simbolo delle flapper, donne descritte come estremamente attraenti, temerarie ed indipendenti. Negli anni ’20, le donne britanniche e quelle statunitensi ottennero il diritto di voto, acquisendo abitudini che precedentemente erano prerogativa degli uomini: come anche semplicemente fumare e guidare. 
Le importazioni da Parigi e le copie dei prodotti parigini arrivarono e si diffusero negli Stati Uniti, dove anche le classi sociali non privilegiate poterono acquisire familiarità con gli stili europei. Tra le importazioni di successo c’erano i maglioni trompe-l’oeil di Elsa Schiaparelli e gli abiti di ispirazione sportiva di Jean Patou e Lucien Lelong. Un grande cambiamento sia a livello economico che sociale fu proprio quando le classi agiate presero a praticare sport come lo sci, la vela, le corse dei cavalli ed il tennis. L’attività sportiva fu quindi enfatizzata per i suoi aspetti benefici, scorgendo infatti l’avvento di circoli dedicati agli sport, palestre e dopolavoro. Queste attività dettero la possibilità alle donne di indossare per la prima volta pantaloni lunghi, corti e salopette, insieme a camicie maschili, calzini e scarpe allacciate.
In concomitanza, come legame rivoluzionario e progressista, il movimento precursore del Surrealismo, il Dadaismo, anch’esso caratterizzato da una voglia di rifiuto delle convenzioni e una vera e propria provocazione non ortodossa.
Elencando alcune definizioni, utilizzate poi come titolo del progetto, sono riuscito a descrivere meglio di cosa volessi parlare. Tali dichiarazioni, o facilmente slogan, sono sinonimi di elementi e principi ritrovati e descritti nella mia ricerca, come ad esempio dai volumi, alle forme della sfera sportiva o lo stesso trompe l’oeil, dal ruolo delle flapper a quello della donna in carriera ed androgina degli anni ’80 raffigurata perfettamente nei tailleur di Re Giorgio. Armani fu uno dei primi a rendere più fluide le differenze uomo-donna e ad analizzare il concetto di unisex ed androgino. Gli anni ’80 difatti furono caratterizzati da uno stile di vita percepito come più frivolo, che ebbe come obiettivo la felicità individuale e l'affermazione personale. La moda rispose con tailleur, giacche che misero in evidenza le spalle e l’uso dei pantaloni, capi in apparenza rubati dal guardaroba maschile, ma che lasciavano intravedere la silhouette creando un mix androgino esplosivo ed accattivante. Quell’immagine legata all’emancipazione della donna, anche a livello lavorativo, ma con una particolare attenzione sulla funzione del corpo come linguaggio, una vera e propria manifestazione ed esaltazione della gioventù e della fisicità, per risaltare il corpo stesso. Concludendo con l’integrazione di un universo apparentemente differente, ma di fatto strettamente connesso, il movimento neoromantico. Quest’ultimo caratterizzò gran parte degli ’80 manifestando un’eccessiva dose di pastiche. Una satira tradotta tramite messaggi politici ed artistici, come ad esempio nell’incontro della designer Katherine Hamnett con Margaret Thatcher dove indossò una t-shirt con la scritta “il 58% non vuole morire” in opposizione agli armamenti nucleari.
Al termine di questo intensivo percorso, attraverso una ricerca partita da uno studio storico culturale e parallelamente rapportata ad una sfera oggi considerata estremamente attuale, sempre più influente e fondamentalmente necessaria, sono riuscito a riesaminare il fragile equilibrio fra storia e rinnovamento, prendendo il cambiamento dal suo principio e celebrandolo nel presente.
This project is mine and yours too
Published:

This project is mine and yours too

Published:

Creative Fields