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La Calabria dei neet



Il seguente lavoro è parte di un progetto eseguito per il corso di Progettazione Grafica, esame del I anno del TAG, ovvero l'Alta Formazione Grafica del Trentino, dalla quale ci si licenzia come esperti della Comunicazione Grafica Multicanale.

Le finalità dell'esercizio erano: la prima, quella di creare un'illustrazione accattivante ed adeguata per la copertina di un articolo giornalistico assegnatoci, e successivamente, quella di impaginare l'intero testo e relative immagini secondo i criteri che l'impaginazione grafica richiede.
Potete leggere l'articolo su cui ho lavorato al link che segue. Si intitola La Calabria dei ragazzi che non studiano e non lavorano ed è stato pubblicato su Internazionale.

Il progetto qui sotto riportato è la narrazione del lavoro svolto per realizzare l'illustrazione, più i vari passaggi che ne compongono l'evoluzione, dai bozzetti agli ultimi ritocchi.

Prima ancora di iniziare a realizzare lo sketch, avevo chiaro di stare cercando qualcosa di simbolico che trasmettesse un senso di angoscia e di spaesamento, sentimenti che molti neet  provano a causa della condizione che vivono, le cui storie sono raccolte nell'articolo scritto da Annalisa Camilli. Neet è un neologismo coniato per descrivere chi non lavora, non studia, né ha la possibilità di cambiare la propria condizione a breve termine. 

A seguire troverete dunque il processo di creazione dell'illustrazione, dalle prime bozze al risultato finale. 
Ho iniziato con il realizzare una mappa concettuale per inquadrare meglio la tematica e per cogliere in maniera più profonda le parole chiave suggerite dalla lettura. In seguito, ho realizzato qualche schizzo per dare concretezza alle suggestioni arrivatemi.

Qui sotto da sin a dx: nella prima immagine la mappa concettuale; nella seconda e terza alcuni bozzetti esplorativi; nell'ultima altri sketch più una delle possibili realizzazioni.
Qui sotto, la prima illustrazione realizzata per l'articolo La Calabria dei ragazzi che non studiano e non lavorano. Ho deciso di rappresentare il/la protagonista di colore bianco cianotico per visualizzare il concetto della rassegnazione, dell'incertezza e della stasi. Il fantasma è inoltre un simbolo che riecheggia anche nelle due proiezioni che sovrastano il/la protagonista, i quali si scambiano sguardi tra loro ignorando il soggetto sottostante.
Il soggetto è bianco cianotico mentre le due figure alle spalle sono a colori perché dall'articolo risulta chiaramente che sono molto più delineati e reali i sogni rispetto al presente immutabile. 
Volevo cercare un'estetica più cupa e dare maggior risalto alle opzioni di futuro possibili, e minore all'immobilità ed inettitudine del presente. Ho dunque rappresentato il/la ragazzo/a di spalle, con di fronte a sé, le proiezioni possibili di un futuro lontano che vorrebbe si realizzassero, ma sono evanescenti, irreali. Di fatto, non esiste la possibilità di scegliere tra scuola e lavoro, perché non esiste alcuna scelta.
Sentendo di essere sulla strada giusta, ho cominciato a disegnare diverse variazioni sul tema, che sono quelle che potete vedere qui sotto.
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